Settimana lavorativa 4 giorni: come funziona?

Era il 2018 quando, in Islanda, si testò per la prima volta la “settimana lavorativa di 4 giorni”.

Oggi, a distanza di 6 anni da quel primo tentativo, si sente parlare sempre più spesso di settimana corta a lavoro, specie in Italia, dove alcune aziende hanno iniziato i primi test di sperimentazione.

L’idea di lavorare un giorno in meno con la stessa paga affascina molto i dipendenti, un po’ meno i manager, spaventati dalla prospettiva di rivoluzionare la gestione del lavoro sull’onda dell’alleggerimento dell’orario di lavoro, soprattutto considerando che alcune imprese stanno ancora facendo i conti con lo smart working e il lavoro flessibile.

Ma quali sono i vantaggi della settimana corta a lavoro? E quali i possibili svantaggi? Vediamolo insieme.

Pro e contro della settimana lavorativa di 4 giorni secondo gli esperti

Negli ultimi anni molte aziende, in Europa e nel mondo, stanno compiendo i primi test di settimana lavorativa ridotta a 4 giorni.

Anche il mondo accademico si sta interessando alle ripercussioni di un carico di lavoro ridotto, valutandone le ricadute a livello sociale.

Di recente, uno studio della University of South Australia ha messo in luce che avere più tempo libero dal lavoro ha effetti benefici sulla salute dei lavoratori. Accorciare la settimana lavorativa a 4 giorni apre infatti a un miglior work life balance, con conseguente riduzione dello stress e della stanchezza e un miglioramento della salute mentale e fisica.E poiché più salute significa meno assenze dal lavoro, ecco dimostrato come lavorare solo 4 giorni può rappresentare un asset strategico anche per l’azienda.

In effetti, tra i vantaggi principali della settimana corta a lavoro c’è proprio l’equilibrio tra vita privata e carriera: ridurre le ore lavorative consente di disporre di più tempo da dedicare alla famiglia, ai propri interessi, o anche alle proprie esigenze di formazione, stimolando maggiore soddisfazione e motivazione nei lavoratori.

Lo ha insegnato anche il fenomeno della Great Resignation, che ha visto tantissimi dipendenti abbandonare il loro posto di lavoro per soddisfare aspirazioni di natura più personale: una vera e propria riappropriazione del proprio tempo, oggi percepito più prezioso rispetto a una busta paga più alta.

Non solo. Gli studi sulla settimana lavorativa di 4 giorni hanno messo in luce un miglioramento del rendimento nei lavoratori. Più rilassati e concentrati, i dipendenti della settimana corta si dimostrano più efficienti rispetto ai colleghi che lavorano fino a 40 ore settimanali, facendo registrare una produttività aziendale superiore all’86%, portando alla ribalta il vecchio concetto secondo cui la qualità del lavoro è superiore alla quantità delle ore lavorate.

Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica. Non tutte le imprese possono adottare la settimana lavorativa di 4 giorni: in particolare, le aziende produttive potrebbero registrare un impatto finanziario negativo nella riduzione dell’orario di lavoro, compromettendo persino la produzione, la logistica e l’erogazione dei servizi.

Senza contare che, con meno ore di lavoro a disposizione, il carico di lavoro dei dipendenti potrebbe aumentare nel resto delle giornate, specie se il passaggio alla settimana corta non è accompagnato da un rinnovamento nell’organizzazione delle attività aziendali in modo più flessibile.

Una cosa è certa: con minor tempo a disposizione per il lavoro e la prospettiva di una maggiore flessibilità, per un’azienda diventa ancora più importante monitorare i processi di lavoro che coinvolgono i dipendenti, e quindi dotarsi di un sistema gestionale HR per la gestione delle risorse umane.

Settimana corta a lavoro: chi la adotta in Italia

In Italia c’è chi ha già adottato la settimana corta a lavoro.

La prima azienda è stata Intesa Sanpaolo, che a gennaio 2023 ha proposto ai suoi dipendenti di aderire volontariamente alla settimana di 4 giorni lavorativi.

Per poter ridurre la settimana a 4 giorni, però, i dipendenti hanno dovuto accettare di aumentare l’orario di lavoro degli altri giorni, arrivando a 9 ore giornaliere, per un totale di 36 ore a settimana.

Di recente, anche Luxottica ha introdotto la settimana lavorativa di 4 giorni. Il nuovo Contratto Integrativo Aziendale del colosso ha infatti introdotto per la prima volta la settimana corta per tutti i 20.000 dipendenti dell’azienda.

Anche in questo caso i lavoratori dovranno sacrificare qualcosa: si tratta di 5 permessi retribuiti l’anno per coprire lo stesso numero di venerdì liberi, mentre gli altri 15 saranno coperti da Luxottica.

Anche Lamborghini si sta adoperando a trovare un accordo con i sindacati per passare alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Anzi, entro il 2026 è previsto un aumento salariale e nuovi premi di risultato pari a 4.000 euro.

E tu? Adotteresti la settimana corta di 4 giorni in azienda?

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